2 febbraio 2021: XXV Giornata della vita consacrata

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Ogni 2 febbraio la Chiesa festeggia da 25 anni la vita consacrata e fa coincidere questa ricorrenza con quella della Presentazione al tempio di Gesù, il momento in cui Giuseppe e Maria hanno adempiuto alla tradizione che prevedeva la consacrazione a Dio del maschio primogenito.

La vita consacrata potrebbe essere paragonata ad un dialogo continuo, che c’è, ma che di fatto non esaurisce la ricchezza di una relazione. Eppure l’immagine del confronto dialettico aiuta a comprendere come la ricerca di ogni persona nasca da un desiderio che Dio le pone nel cuore e che porterà ad una risposta, perché l’iniziativa non è mai umana. Passo dopo passo, anche dopo la consacrazione, si scioglie la comprensione di una vocazione che è straordinaria, ma non meno di altre. E’ nel dialogo continuo con Dio che si dipanano paure, incertezze, intuizioni e lentamente si arriva al “sì” definitivo, anche se di fatto l’ultimo sì coinciderà con l’ultimo respiro…

Il Signore chiede a chi si consacra di stare con Lui per essere segno del Suo Regno che viene continuamente nei cuori di tutti i credenti, ma anche nelle realtà che vivono e abitano. Un Regno che si fa riconoscere con discrezione nelle pieghe della vita perché costruisce ponti di speranza, offre solidarietà, inventa qualcosa di nuovo laddove sembra non esserci via d’uscita… perché motore di tutto è l’amore: non quello adolescenziale delle farfalle nello stomaco, ma quello che si trasforma in azioni concrete e che spinge ad affrontare anche le realtà più difficili.

Alla vita consacrata è chiesto di essere segno, di esserci nel mondo, ma nelle forme e con le peculiarità di ogni carisma. Alle suore orsoline del Sacro Cuore di Maria è chiesto di essere segno secondo le indicazioni di sant’Angela Merici, «Vi supplico… d’avere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliole,(le vostre sorelle) una per una, non solamente i loro nomi, ma anche la loro condizione e la loro natura, ogni loro situazione e tutto il loro essere… Cosa che non vi sarà difficile se le abbraccerete con viva carità» (Testamento 2). «Vi prego, di grazia, che vogliate sforzarvi di attirarle con amore e con mano soave e dolce, e non imperiosamente, né con asprezza, ma vogliate essere piacevoli in ogni caso» (Testamento 3). E Giovanna Meneghini, fondatrice delle Suore Orsoline SCM, ripeteva d’avere “un cuore grande bastante per abbracciare tutto il mondo“, così, seguendo le indicazioni della Madre, da figlie proviamo ad essere segni per questo mondo d’oggi.

 

Lettera del Card. Braz De Aviz in occasione della Festa della Vita Consacrata del 2021

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