È tempo di trasformare i sogni in realtà

24
Dic

Perché donne e Chiesa continuino a camminare insieme, ma senza distanziamento

Si conclude un anno di Vita Nuova dedicato in particolare allo sguardo sull’Amazzonia, a partire dal documento finale del Sinodo per l’Amazzonia e dalla esortazione apostolica post-sinodale al popolo di Dio e a tutte le persone di buona volontà che papa Francesco ha pubblicato il 2 febbraio 2020, dal titolo affettuoso e amichevole Querida Amazonia.

Come associazione e Centro Documentazione e Studi Presenza Donna abbiamo seguito con molto interesse i lavori preparatori del sinodo e la sua celebrazione, riponendo molta speranza per le modalità di partecipazione che sono state attivate e per le tematiche che riguardavano anche le donne che venivano discusse. La preghiera dell’8 marzo era stata organizzata sui temi della Chiesa in Amazzonia, chiamando a testimone dell’impegno ventennale in quella regione del mondo, così cruciale e vitale per il respiro della terra, Maria Soave Buscemi, biblista e animatrice della lettura popolare della Bibbia in Amazzonia e in Italia, missionaria tra due mondi.

La pandemia da Covid-19 ha negato la possibilità dell’incontro e della preghiera comune in presenza, ed è iniziato il lungo periodo che da marzo ha visto altalenarsi l’apertura e la chiusura, la malattia e la guarigione, l’emergenza e il contenimento del pericolo, la relativa serenità estiva e la ripresa della virulenza del contagio in tutto il mondo e in particolare in Europa.

La pandemia ha prodotto un tempo complesso di disorientamento, di sospensione, di ripresa di nuovi modi di vivere e di respirare, di relazioni interpersonali in cui mutano i codici comunicativi, le modalità di incontro e di espressione della fede personale e comunitaria. Tutta la riflessione sul sinodo e sulla sinodalità nella Chiesa si è tinta di nuove sfumature: se sinodalità è “camminare insieme”, in questo 2020 si deve aggiungere “…distanziati”! E sembra che per le donne nella Chiesa il distanziamento sia sempre più grande.

La conversione sinodale implica veramente un cambio di mentalità, “con audacia evangelica”, con un sinodo che ha offerto “l’occasione di riflettere su come strutturare le Chiese locali in ogni regione e Paese, e di procedere a una conversione sinodale che indichi percorsi comuni di evangelizzazione”, anche con nuovi cammini di ministerialità ecclesiale.

Dal documento finale del Sinodo per l’Amazzonia da cui è tratta la citazione precedente si respirava la tensione a grandi cambiamenti, anche per le donne nella Chiesa: sogni che cominciavano a diventare realtà…

E stiamo ancora sognando, sulla scia del grande sogno che papa Francesco ha declinato nella esortazione Querida Amazonia nei sogni sociale, culturale, ecologico, ecclesiale.

Sogniamo che “la forza e il dono delle donne” (QA) siano energia propulsiva nelle istituzioni ecclesiali come in quelle pubbliche, trovando le modalità concrete di riconoscimento di ruoli e funzioni. Testimoni credibili delle differenze che interpretano la vita in modo plurimo, che leggono il Vangelo con intelligenza e con cuore, con ricerca accurata di verità pluriforme.

Sogniamo che “allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa” (EG 103) si realizzi nel vederle presenti, operanti, parlanti, negli organismi di decisione ecclesiale, in quella gestione del potere che è per il bene comune, che implica l’assunzione di responsabilità e di presidenza laddove la comunità si riunisce.

Sogniamo che i vari organismi civili ed ecclesiali di uomini e donne, in un confronto e in una discussione paritaria, divengano propulsori di azioni diversificate a favore principalmente di chi vive realtà di violenza, fragilità e bisogno.

Sogniamo la conclusione di percorsi di ricerca delle commissioni di studio sul diaconato alle donne, in cui alla verità storica si unisca l’ascolto delle chiese e delle comunità cristiane di ieri e di oggi, in cui la parola autorevole delle donne è stata recepita e i risultati delle ricerche teologiche aprono a nuove decisioni.

Sogniamo le cristiane di oggi che con le discepole e i discepoli di Gesù seguono il loro Maestro e Signore in quella comunità di eguali che vive per il regno di Dio, e sui suoi passi pongono tutta la loro vita intelligente e sapiente, accompagnati da Maria, sorella e madre nella fede.

Sogniamo fratelli tutti e fratelle tutte, sorelle tutte e sorelli tutti, in un linguaggio che decide di essere inclusivo, segno di un pensiero che si modifica e cambia i criteri simbolici dell’espressione che così tanto incidono sulla formazione della cultura e della comunicazione.

Sogniamo una chiesa che sia ospitale perché accogliente e aperta alle persone, alle idee e alle proposte; una chiesa che, in un cammino di conversione continua, sappia cercare e chiedere ospitalità, camminando insieme a tutte le donne e gli uomini che hanno a cuore una vita buona per ogni essere vivente e per la terra che ci ospita.

Sogniamo una chiesa veramente ecumenica, che percorra con coraggio le strade che gruppi di donne e uomini stanno già costruendo. Una chiesa che apra anche altre vie, creando occasioni di incontri e relazioni per offrire, invece dello scandalo delle divisioni, il riconoscimento delle diversità riconciliate come valori e ricchezze.

Stiamo sognando… perché la realtà è superiore all’idea.

E ci sembra sia tempo di dare realtà ai sogni.

sr. Federica Cacciavillani e Donatella Mottin

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