VOLONTARIATO E SERVIZIO CIVILE

“Il volontariato è una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva e della democrazia, nella quale assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione”: così recitava la Decisione del Consiglio, pubblicata a Bruxelles sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 22 gennaio 2010, che formalizzava la proclamazione del 2011 come Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono una cittadinanza attiva. Il punto di partenza è la consapevolezza dell’importanza del volontariato, considerato un elemento capace di sviluppare la democrazia e in grado di fornire nuove abilità e competenze.
È stato scelto il 2011 in quanto è l’anno che coincide con il decimo anniversario dell’Anno internazionale dei volontari promosso dalle Nazioni Unite nel 2001.
L’obiettivo generale che si proponeva l’Anno europeo è di migliorare la visibilità delle attività di volontariato nell’Unione europea e di accrescere le opportunità per i cittadini di parteciparvi. Si vuole dimostrare, in un contesto europeo, che le attività di volontariato rafforzano la partecipazione dei cittadini e possono contribuire a stimolare in loro il senso di appartenenza alla società e l’impegno sociale a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale ed europeo.
In particolare, gli obiettivi indicati dalla Commissione Europea erano:
– creare un ambiente che faciliti lo sviluppo del valore del volontariato tra i giovani;
– consentire alle organizzazioni di volontariato di svolgere appieno le proprie azioni;
– premiare e riconoscere i meriti delle attività di volontariato;
– aumentare la consapevolezza del valore e dell’importanza del volontariato nella società.
La volontà della Commissione è stata quella di mettere in evidenza il legame tra l’impegno volontario a livello locale ed il suo significato nel più ampio contesto europeo. Per conseguire tali obiettivi, l’Anno europeo ha sostenuto numerose iniziative, fra cui gli scambi di esperienze e di buone pratiche, la realizzazione di studi e di lavori di ricerca e diffusione dei relativi risultati, conferenze ed eventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, iniziative concrete, campagne d’informazione e di promozione.
Tra le varie opportunità di volontariato offerte in Italia, quella che ho sperimentato personalmente è stato il Servizio Civile Nazionale, che rappresenta una modalità concreta in cui i giovani si possono impegnare in attività di servizio nei confronti del prossimo per un anno della loro vita. Si tratta di un’esperienza di “difesa della Patria” e di un anno di impegno, nel servizio e nella formazione, in cui si aderisce ad un progetto presso un ente, in Italia o all’estero, scelto nei campi dei servizi a persone in situazioni di disagio, dell’educazione, dell’ambiente, storico-artistico, culturale e della protezione civile.
Originariamente, dall’anno della prima legge sull’obiezione di coscienza nel 1972, il servizio civile ha sostituito quello militare per i giovani che si dichiaravano contrari all’uso delle armi e alla leva obbligatoria. In trent’anni di servizio civile oltre 800.000 giovani hanno fatto questa scelta di pace e nonviolenza.
Più recentemente, il nuovo servizio civile “volontario”, non più legato alla leva obbligatoria in quanto sospesa nel 2005, è stato istituito con la legge 64 del marzo 2001 e il decreto legge 77 dell’aprile 2002 che ne definiscono caratteristiche, finalità, benefici e compiti.

A partire da gennaio 2012 ho svolto 12 mesi di servizio civile presso l’ente delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria. Mi sono impegnata nel progetto Apertamente Solidali presso il Centro Documentazione e Studi Presenza Donna.
Ritengo l’esperienza che ho vissuto un’occasione unica e irripetibile, che è data a pochi e che non tornerà mai più, ma i cui frutti mi accompagneranno sicuramente anche e soprattutto in futuro.
Mi è stata data l’opportunità di passare gran parte delle mie giornata in un bell’ambiente, sereno e accogliente, in cui mi sono sempre sentita stimata, accolta per quello che sono e valorizzata. Ho stretto relazioni belle e vere, sia con le OLP (operatrici locali di progetto), con le altre suore e con gli utenti con cui ho avuto contatti presso il centro studi Presenza Donna, sia con le mie compagne di servizio civile.
Attraverso il lavoro svolto e attraverso le relazioni con gli altri mi è stata data l’opportunità di mettermi in gioco, di sperimentarmi, di conoscermi meglio e di valorizzare le mie potenzialità.
Ho avuto l’occasione di imparare molto sul piano lavorativo, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di alcuni programmi a computer, la catalogazione, la creazione degli atti e la preparazione di eventi e iniziative. Il lavoro di catalogazione di libri e riviste mi ha permesso di tenermi costantemente aggiornata su molte questioni di attualità, di teologia e di genere.
Sono entrata in contatto con persone interessanti e stimolanti, come scrittori e teologi, ho partecipato a numerose iniziative, sia quelle promosse da Presenza Donna, come le presentazioni di libri, alcuni eventi all’interno del Festival Biblico, i week end di formazione, che quelle proposte da altri enti.
Grazie ai momenti di formazione sono diventata più consapevole della storia del servizio civile, del suo significato di fondo, dello spirito e dei valori che vi stanno alla base. Ho conosciuto e ascoltato belle persone, ho fatto esperienze particolari, come gli incontri con la protezione civile o il corso di primo soccorso.
Grazie agli incontri di partenariato ho conosciuto e mi sono confrontata con tanti ragazzi impegnati nell’anno di servizio civile presso altri enti.
L’anno del servizio civile è un anno del tutto particolare, che per certi aspetti richiede una grande responsabilità: c’è un contratto da firmare, ci sono orari da rispettare, precise attività da svolgere e progetti da portare a termine. Per chi non ha mai lavorato quest’esperienza permette di entrare gradualmente nell’ottica del lavoro. Dall’altro lato non si tratta certamente di lavoro, in quanto è un servizio quello che si svolge, in cui si dedica veramente tanto tempo al progetto in cui si è impegnati.

È un anno di volontariato in cui si riceve moltissimo: mi sono state regalate numerose occasioni di confronto, di verifica di me stessa e del mio cammino personale. Mi sono state offerte possibilità e momenti per analizzare quelle che sono le mie aspettative, i miei desideri e le mie prospettive future. È anche un’occasione che permette di prendere in mano la propria vita, di fermarsi un attimo e di capire in che direzione si vuole andare.
Ho vissuto quest’anno molto serenamente, senza grandi difficoltà. Non mi sono mai sentita oppressa o costretta a fare qualcosa o a farlo in un certo modo. È stato tutto molto impegnativo, ma provando e sbagliando ho imparato davvero nuove cose, ho imparato soprattutto che provare e sbagliare è l’unico modo per superarsi, per camminare e per andare un po’ più in là.
Sono tanto felice di aver fatto quest’esperienza: già dal momento in cui sono venuta a sapere di aver passato la selezione sono stata consapevole dell’unicità di quest’anno, della grande opportunità che mi veniva offerta e ho sempre cercato di tenerlo a mente e di sfruttare ogni momento. Ora sono ancora più consapevole della preziosità che quest’anno è stato.
Consiglio a tutti di cogliere le opportunità offerte di impegnarsi in attività di servizio civile e di volontariato: credo che l’occasione di donarsi e di donare un certo periodo della propria vita nel servizio agli altri sia l’unico modo per capire un po’ di più chi si è e chi si vuole diventare.

                                                                                               Chiara Pulin