Tuttavia, chiunque si inserisca in un contesto come quello di Villa Sant’Angela, si accorge che ciò che viene messo in primo piano è proprio la persona con i suoi bisogni.
Basti pensare al piano che viene seguito per alzare e mettere a letto le nonne. Non si segue infatti l’ordine delle camere ma si procede a seconda delle necessità delle signore. Villa Sant’Angela propone inoltre numerose attività ricreative per permettere alle ospiti di passare il tempo mantenendo le loro capacità residue.
Ho imparato che all’interno di questa casa, nonostante gli eventuali alti e bassi, le giornate no delle nonne e le difficoltà di ciascuna, tutte hanno l’opportunità di essere felici e di continuare a vivere dando un senso a ogni giorno che passa.
Non è dunque in una prigione che si trovano, ma in un luogo che le aiuta a raggiungere i loro piccoli obiettivi quotidiani e a mantenere la loro autonomia, indipendenza e libertà.
Sicuramente anche le ospiti si accorgono di tutto ciò ed è visibile che stanno bene qui, e che quindi l’affermazione “questo posto è una prigione” è dettata solo da un momento infelice e sconsolato che tutti possiamo avere.
Solo recentemente ho finalmente sentito affermare da una delle ospiti che stare qui è un po’ “come stare in paradiso”, ed è proprio così. È una benedizione che ci siano luoghi come questa casa di riposo e persone come quelle che operano all’interno di essa, pronte a valorizzare l’ultima fase della vita e ad accompagnare le ospiti in modo sereno in questo loro cammino.
Giada