GIOVEDI’ SANTO: L’AMORE E IL CATINO

01
Apr

Nella vita di ogni uomo esistono dei momenti particolari che hanno un’importanza unica e una straordinaria singolarità…nel bene e nel male. «Sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,1); «fino alla fine», dice il testo. Ossia: fino al compimento, fino alla misura della pienezza. Si può leggere in questo «fine» un duplice significato. Vi è anzitutto un significato cronologico, legato alla durata: Gesù ama ininterrottamente fino all’ultimo istante della sua vita. Ama di un amore che non conosce incertezze o cedimenti. Gesù non ha fatto altro che amare. Un secondo significato è di tipo intensivo e qualitativo, fino al punto estremo, fino a dare la propria vita, consumandola per amore. Nella sua morte particolare svela in modo evidente il suo amore redentivo per ciascuno di noi.

La notte in cui Gesù celebra la Pasqua con i suoi apostoli si disvela il significato dell’amore donato ed il senso di ogni azione trova il culmine nel servizio, nel mettersi all’ultimo posto per amare sopra ogni cosa. «Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto» (Gv 13,4-5).Il gesto di Gesù si concentra in un catino, uno tra i tanti oggetti che, come strumento d’orchestra, ha suonato l’armonia della Salvezza diretto da un unico maestro: l’Amore. Quel catino di acqua sporca ci ricorda gesti precisi e geniali, di chi sa con fermezza amare incondizionatamente, di chi ha amato senza trattenere e senza possedere, in una danza fatta di umili abbracci. E’ il ricordo di quelle mani allenate ad accarezzare ad uno ad uno i piedi dei suoi discepoli, il Maestro capace di nutrire d’armoniosa sapienza i suoi movimenti, perché non  sono le parole a toccare i cuori, ma l’amore.

Quell’acqua sporca nel catino ci ricorda di ripetere gli stessi gesti di Gesù, verso ogni fratello e sorella, verso il corpo di Cristo, la Chiesa, non per una generosa iniziativa personale, ma perché «Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,16). Usando le stesse parole di Madeleine Delbrel desiderare ardentemente di

Girare il mondo con quel recipiente

e ad ogni piede cingermi dell’asciugatoio

e curvarmi giù in basso,

non alzando mai la testa oltre il polpaccio

per non distinguere i nemici dagli amici

e lavare i piedi del vagabondo, dell’ateo, del drogato,

del carcerato, dell’omicida, di chi non mi saluta più,

di quel compagno per cui non prego mai,

in silenzio,

finché tutti abbiano capito nel mio

il tuo Amore.

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