Donne in paesi stranieri Figlie di un unico Dio

22
Apr

La nostra missione nella chiesa ci impegna a vivere il mistero del Verbo incarnato (…e) a testimoniarlo in uno stile di vitale inserimento nella chiesa e nel mondo. (Costituzioni delle Suore Orsoline, art. 16)

Il vitale inserimento che è stile di fraternità evangelica per noi Suore Orsoline è sempre una dinamica attenzione alle realtà in cui siamo inserite, con la grande velocità che caratterizza il nostro tempo di processi che investono con forza la realtà delle città, delle comunità religiose, delle parrocchie in cui viviamo. Avendo la “convinzione chiara e tenace”, come esorta papa Francesco in EG 223, che stare nella vita del nostro popolo con lo stile dell’incontro può essere un segno della buona notizia del Vangelo, ci avviciniamo con delicatezza e con stima alle persone che provengono da diversi paesi, culture e religioni. Insieme cerchiamo di costruire un tessuto sociale che dia il tempo e lo spazio di esprimere anche la fede, le fedi, in quegli ambienti laici che diventano lo spazio comune che dona al tempo la possibilità di sperimentare quelle convinzioni profonde di convivenza e dialogo. Anche il ricordo di sant’Angela, a cui come Orsoline ci rivolgiamo come “ramoscello di un grande albero piantato dalla Merici nel giardino mistico della Chiesa”, è diventato luogo di incontro e di vitale inserimento nella realtà variegata in cui abitiamo.

La parola alla comunità di Monterotondo

Un incontro particolare e unico per la città di Monterotondo alla Casa della pace, presso il comune, in occasione della festa di sant’Angela. Abbiamo voluto attualizzare il messaggio di Angela mettendo insieme le donne che oggi fanno la storia delle nostre città, ponendo ogni giorno segni di fraternità con la loro stessa vita vissuta nelle relazioni con le colleghe di lavoro, con i genitori a scuola, nello scorrere di un quotidiano fatto di inevitabili incontri.

Donne da paesi “altri” in dialogo e unite nella preghiera all’unico Dio al di là delle diversità di religione e cultura.

Hanno condiviso la loro esperienza di vita e di fede: Esther, protestante, proveniente dalla Nigeria; Mirsada Svraka, musulmana di Sarajevo; Yoshi, buddista, proveniente dal Giappone e studente di teologia spirituale; Caterina, greco-ortodossa, che ha proclamato l’inno Akatistos per onorare Maria, donna che anche oggi ci invita e ci spinge verso l’unità.

Un momento significativo e vibrante la preghiera fatta insieme, uniti con le mani e con la voce per invocare il Padre di tutti.

Alcuni momenti di ascolto e di confronto fra esperienze diverse ma accomunate dalla vita di tutti. È nato il desiderio di continuare ad incontrarsi per crescere nella conoscenza reciproca dentro una città in cui le donne sentono la responsabilità e la bellezza di “stare accanto” per porre, oggi, un segno di fraternità e di sororità.

Insieme, per avviare processi, come ci ricorda papa Francesco in Evangelii gaudium 92: “è necessario aiutare a riconoscere che l’unica via consiste nell’imparare a incontrarsi con gli altri con l’atteggiamento giusto, apprezzandoli e accettandoli come compagni di strada, senza resistenze interiori. Il modo di relazionarci con gli altri che realmente ci risana invece di farci ammalare, è una fraternità mistica, contemplativa, che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano”.

Comunità di Monterotondo

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