Una poliedrica mistica popolare

01
Feb

Concludiamo un altro anno con Vita Nuova, durante il quale abbiamo fatto strada con i principi suggeriti da Evangelii gaudium, quattro pilastri che orientano specificamente lo sviluppo della convivenza sociale (EG 221). Questo ci eravamo proposti nel primo numero! Ora, augurandoci di aver dato un piccolo contributo alla costruzione di un popolo in pace, giustizia, fraternità, completiamo il quadro con l’ultimo principio: “Il tutto è superiore alla parte”.

Il tema che andremo a declinare in questo numero è rivolto a tutti, tanto ai grandi della terra come alle piccole comunità presenti nelle aree geografiche più sperdute del globo; tutti siamo messi in guardia da due pericoli, la globalizzazione e la localizzazione, per non cadere in uno di questi due estremi: l’uno, che i cittadini vivano in un universalismo astratto e globalizzante, passeggeri mimetizzati del vagone di coda, che ammirano i fuochi artificiali del mondo, che è di altri; l’altro, che diventino un museo folkloristico di eremiti localisti, incapaci di lasciarsi interpellare da ciò che è diverso e di apprezzare la bellezza che Dio diffonde fuori dai loro confini (EG 234).

Una citazione lunga ma necessaria, per far emergere la bellezza di una dimensione di impegno nel particolare, ma con lo sguardo capace di spaziare su orizzonti infiniti che non chiudono mai la prospettiva su spazi angusti e soffocanti. Un concetto che si potrebbe dire “disegnato”, in quanto è identificato con la figura geometrica del poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità. Sia l’azione pastorale sia l’azione politica cercano di raccogliere in tale poliedro il meglio di ciascuno. Lì sono inseriti i poveri, con la loro cultura, i loro progetti e le loro proprie potenzialità. Perché c’è un bene comune che veramente incorpora tutti (EG 236).

Nell’ultimo Capitolo generale la Congregazione delle suore Orsoline ha riflettuto sull’importanza di “mantenere la dimensione popolare di vicinanza, senza elitarismi né discriminazioni, con l’attenzione ai poveri, specialmente alle donne e alle giovanette, andando dove esse si trovano, con uno stile di accompagnamento…” (dagli Atti capitolari). Quella dimensione popolare tanto cara soprattutto nell’ottica femminile alla fondatrice, Giovanna Meneghini; essa, ribadisce il papa … incorpora gli accademici e gli operai, gli imprenditori e gli artisti, tutti. La “mistica popolare” accoglie a suo modo il Vangelo intero e lo incarna in espressioni di preghiera, di fraternità, di giustizia, di lotta e di festa. La Buona Notizia è la gioia di un Padre che non vuole che si perda nessuno dei suoi piccoli (EG 237).

La conferma ancora una volta è nel suo venire tra noi: anche questo Natale ci ricorda la bellezza e l’incanto di un Dio presente, vicino alle nostre fragilità e al nostro dolore. Viene per aiutarci a rialzare la testa dalle piccole cose che ci ripiegano sulle parti – che spesso hanno i confini dei nostri interessi – per ampliare lo sguardo su quel tutto che è il mondo da amare, servire e abbracciare, come direbbe madre Giovanna.

a cura della redazione

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