Sperare – I domenica di Avvento

01
Dic

Da quando esiste il ricordo del passato ci sono sempre stati eventi drammatici nella storia dell’umanità. Guerre, cataclismi, alluvioni, eventi drammatici che angosciano e spaventano, ma il vangelo di Luca, che dà inizio all’Avvento di quest’anno liturgico, ci invita ad essere segni di speranza. Non è fuga dalla storia, ma piena immersione in essa. Non significa essere incoscienti o far finta di niente, anzi! Ma, come ci ha insegnato Gesù nel vangelo di qualche domenica fa, significa saper leggere i segni dei tempi, saper vedere, dentro gli avvenimenti, le cause che li generano e non lasciarsi appesantire dagli affanni della vita ma vigilare, come le vergini della parabola, con le lampade accese. Una “lampada” efficace e fruttuosa è certamente la preghiera, come ci ha testimoniato anche la venerabile Giovanna Meneghini: “la preghiera andava innaffiando l’anima mia”. Il tempo dell’Avvento è prezioso per ricordarci di essere anche soggetti spirituali e che, se non curiamo anche questa dimensione, rischiamo di perdere la nostra umanità. Riuscire a ricavarci del tempo per pregare significa ritrovare uno spazio per ritrovare “respiro” dai travolgenti ritmi che regolano la nostra vita. Pregare con il cuore e non per dovere, vuol dire sostare in un’oasi di pace che dona forza e vigore al nostro cammino di fede. La preghiera è un balsamo efficace contro l’angoscia alimentata dai tempi drammatici che stiamo vivendo. Nonostante brevi periodi di pace per l’umanità, la forza di continuare nella speranza di una vita che non si esaurisce in questo mondo, può essere sostenuta dall’esempio di Gesù che sempre si ritirava in preghiera. Altra importante forza per guardare al futuro è la Speranza. Per i cristiani la Speranza è irrinunciabile ed essenziale. Nella bolla di indizione del Giubileo ordinario dell’anno 2025 papa Francesco ci dice che “la speranza non delude” perché lo Spirito Santo “la tiene accesa come una fiaccola che mai si spegne, per dare sostegno e vigore alla nostra vita. Non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità. Non si vive senza queste tre propensioni dell’anima: credere, sperare, amare.” Accogliamo allora l’invito di san Paolo a “rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità” (1Ts 3,13) e poter vivere questo tempo con gioia nell’attesa del Signore “lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” come ci suggerisce san Paolo (Rm 12, 12). Buon cammino di Avvento.

Doriana – Gruppo Kar.in