Rinnovare un sì nel 2020: il racconto di sr. Fatima

24
Ago

Sr. Fatima ha rinnovato i voti nella nostra famiglia religiosa a Breganze (VI) lo scorso 1 agosto. Le abbiamo chiesto di raccontarsi e raccontare ciò è stato per lei questo momento, che sarebbe dovuto essere molto diverso… 

Sono Fatima Amelia Gonzaga, Junior delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria. Sono mozambicana e sono in Italia da quasi due anni.

Ho conosciuto le suore Orsoline nel 2007. Quando nel 2008 ho cominciato a studiare all’Università Cattolica a Beira ho potuto avvicinarmi alle suore perché alcune di loro lavoravano in università. Vedendo il loro impegno in Università ho cominciato a fare un percorso di colloquio e, piano piano, ho cominciato a sentire che il Signore mi stava chiedendo qualcosa in più di un colloquio e scambio di parole.

Per questo ho deciso di cominciare il mio cammino, così il 23 maggio di 2009 sono entrata in congregazione. Il mio postulato è durato 3 anni: non potevo infatti iniziare la tappa successiva del noviziato mentre andavo in Università. In questo modo, ho potuto terminare gli studi e nel 2012 sono entrata in noviziato. Nel 2014 ho professato i primi voti. Nella prima parte del mio cammino di formazione ho vissuto nelle comunità di Beira e Dondo dove ho lavorato nell’ambito pastorale in parrocchia e in ospedale come infermiera.

Nel nostro istituto, prima di professare i voti perpetui, è previsto un periodo di formazione e di preparazione intensiva. È anche l’opportunità per approfondire la nostra fede attraverso lo studio della teologia e della Scrittura. Per questo sto frequentando alcuni corsi di scienze religiose a Padova.

Il primo agosto 2020 ho rinnovato i voti per la sesta volta: è stato un momento di grande emozione che ho vissuto con tanta gioia, nonostante i cambiamenti. Avrei dovuto infatti professare i voti perpetui in Mozambico e non è stato possibile a causa del covid. La decisione di rinviare la professione perpetua è stata per me un momento di riflessione su quello che stava o sta accadendo nel mondo, mi sono fatta tante domande. Quando finirà questa pandemia?  Quando torneremo alla normalità?  Continueremo a vivere nello stesso modo? Forse dovremo cambiare il nostro stile di vita e il nostro rapporto con la Madre Terra, con il Cosmo?

Quando arrivano momenti come questi di rinnovare i voti o professare i voti perpetui tante persone di tutte le età pongono domande tipo: perché ti sei fatta suora?? Cosa significa rinnovare i voti? I voti scadono? Sono tante domande a volte sono difficili da rispondere soprattutto quando sono i bambini a farmi queste domande. «Perché consacrarsi oggi? Perché ancora “oggi?”, davanti a questa nuova umanità si “incontra Dio”, si sperimenta la sua passione, il suo progetto d’amore, il suo continuo coinvolgimento nella fragile storia umana e ci si innamora!», «Si viene afferrati dalla Parola e dallo Sguardo di Dio, che nel suo amare si relaziona con me chiamandomi a essere protagonista attiva nella sua opera di Salvezza. Ci si innamora di Dio perché egli seduce con la fortezza dell’Amore (Ger 20,7). Il mio sguardo si amplia, il mio cuore si dilata, i miei progetti si estendono dal centro alle periferie, aumentano le sfide e la carità diventa creatività d’amore, abbracciando ogni persona, abitando ogni cultura. In questa proposta di totale donazione è racchiusa la mia fecondità generativa per me e per gli abitanti di questo oggi.

Consacrarsi oggi, per me, ha un fine che è far conoscere Gesù: «Santa Maddalena di Canossa diceva che “egli non è amato perché non è conosciuto”. Ancora oggi c’è un ideale da indicare e costruire insieme: la comunione fraterna. C’è ancora una Profezia da annunciare, una vita da elevare e una grande gioia da proclamare: Dio è con noi; essere segni di speranza, sguardi di tenerezza, abbracci di misericordia, parole di conversione, sguardo verso l’Alto, verso l’Altro. Non c’è differenza tra consacrarsi oggi, ieri o fra mille anni. La ragione è sempre la stessa: essere donne e uomini a servizio del Signore, della sua Chiesa e dei fratelli, coloro che incontriamo ogni giorno; nelle circostanze in cui ci imbattiamo ogni giorno. Questo è stato vero per i grandi santi del passato come per le piccole persone che nel presente ogni giorno spendono la propria vita per amore: del Signore, del prossimo e anche di sé. Mi sono sentita attratta da questo tipo di consacrazione perché mi permette di essere casta, povera e obbediente” nelle realtà della storia di ogni uomo e di ogni donna, senza distinzioni.  Dio nell’Incarnazione vuole abitare. E testimoniare come posso che il Dio di Gesù Cristo è un Dio fedele oltre ogni ipotesi possibili; e che non esistono figli di un Dio minore.

sr. Fatima Amelia Gonzaga

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