Sabato 28 giugno 2025 a Villa Savardo (Breganze, VI) è stata celebrata la festa del Cuor di Maria, ricorrenza che le suore orsoline del Sacro Cuore di Maria vivono come festa di fraternità con quanti condividono varie espressioni del carisma. La giornata è iniziata con la Messa nel parco della villa presieduta da padre Roly Duris, superiore generale della Pia Società San Gaetano, e concelebrata da don Enrico Lovato, prete della diocesi di Vicenza, rientrato da qualche mese dopo dieci anni come Fidei Donum a Boa Vista, Roraima (Brasile). Padre Roly nell’omelia ha sottolineato che: “Maria custodisce nel suo cuore, ma non resta senza far niente. Continua il suo lavoro di aiutare Gesù nella sua crescita, Maria non capisce sempre i piani di Dio, ma custodisce e continua intanto a fare quello che può. Non resta in un atteggiamento passivo, anzi. Accoglie, custodisce, ma fa la sua parte… è contemplativa nell’azione, anche se non capisce tutto, ma continua la sua risposta al Signore. Anche noi possiamo sederci e aspettare che il Signore faccia oppure possiamo cercare di capire e intanto fare la nostra parte. Maria resta vicino al Signore, anche nella croce, nella Pentecoste… non se ne va quando non capisce. E’ una scelta rimanere”.
La mattinata è proseguita con la proposta di madre Antonella Fraccaro, superiora generale delle Discepole del Vangelo, che aveva già presentato in Sala Stampa Vaticana l’ultima enciclica di papa Francesco, “Patris Corde”, e che ha declinato la riflessione anche sul cuor di Maria “Un cuore grande per abbracciare il mondo”, riprendendo una nota citazione di madre Giovanna Meneghini. “Abbiamo bisogno di tornare al cuore, ovvero di metterlo in relazione alla nostra testa, alle nostre emozioni…per amare senza essere divisi dentro. Serve un cuore generoso, libero, non chiuso. Papa Leone diceva che noi siamo abituati a calcolare le cose e questo è necessario, ma questo non vale nell’amore. Se lo vogliamo dagli altri, dobbiamo cominciare noi”, ha esordito madre Antonella. “Io sono il mio cuore… Tutto è sotto il dominio politico del cuore, cioè una capacità sociale del cuore che riesce a raccogliere le diverse situazioni che viviamo. C’è bisogno che siano unificate nel cuore, sede dell’amore”, ha continuato.
“Attenzione allora alle corte vedute, attenzione all’assenza di confronto, anche nelle comunità di consacrate. Il cuore è il luogo della sincerità. Tendiamo a vivere la vita a più livelli, ma questo fa schizzare, divide. In questo periodo storico, siamo diventati consumatori seriali, senza pazienza per i processi che l’interiorità richiede. Serve tempo. L’essere umano rischia di perdere il centro di sé. La mia identità spirituale non è un’identità personale, ma relazionale. Interpellare il nostro cuore significa interpellare le relazioni. Il cuore garantisce la qualità cristiana delle nostre relazioni. Ci siamo troppo abituati a pensarci personalmente, anziché socialmente”, ha detto ancora sr Fraccaro.
E passando a descrivere il cuore di Maria dopo aver riflettuto su quello di Gesù, ha aggiunto: “Maria collabora a diffondere l’amore di Gesù fin da quando è incinta: Giovanni esulta nel grembo di Elisabetta. Maria collabora all’amore nell’obbedienza, cioè nell’ascoltare per comprendere e agire (ubbidire). Siamo figli di Dio, cioè siamo sottomessi. Maria obbedisce e genera. E’ dare il consenso alle cose che facciamo. Significa assumersi la responsabilità, cioè non agire passivamente. L’obbedienza è un dovere di collaborazione, non un atto infantile. Entrare tutti interi nell’ubbidienza, senza secondi fini”.