II domenica (Lc 9,28b-36): “Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno, ma quando si svegliarono videro la sua gloria”
Ciò che opprime, impedisce di vedere. Dovremmo ricordarlo sempre per noi e per gli altri. Bisogna togliere l’oppressione per permettere di vedere e soprattutto comprendere ciò che accade nella vita. Gesù invita le sue discepole e i suoi discepoli a seguire il suo esempio, li invia ad annunciare la liberazione a chi è oppresso, a guarire chi è malato. Per questo prima di qualsiasi insegnamento, prima di ogni precetto da osservare, è necessario che la persona sia liberata. Sono nella libertà e nella consapevolezza di essere amati per come siamo è possibile destarsi dal sonno e vedere la novità di Gesù, scoprire in lui l’incarnazione di un amore così grande da accettare di essere riconosciuto solo a sprazzi, in esperienze di luce che sono solo brevi momenti, prima di scendere dal monte ed immergersi nella quotidianità.
Donatella Mottin