Dalle sorgenti alla sorgente

10
Lug

In pellegrinaggio con Madre Giovanna Meneghini nei luoghi e nel giorno del suo battesimo

Fare il segno della croce bagnando la mano nell’acqua del battistero della chiesa di Bolzano Vicentino: ricordando il proprio battesimo, chi ce lo ha donato, chi ci ha fatto attraversare la porta della comunità cristiana, grembo che ancora accoglie e rigenera. Il centinaio di pellegrine e pellegrini che il 24 maggio hanno partecipato al cammino giubilare si sono riuniti e quasi immersi in questa storia che accompagna la nostra famiglia religiosa nata da Giovanna Meneghini, ricordata nel giorno del suo battesimo proprio nella chiesa in cui lo ha ricevuto! Suore Orsoline, laiche e laici della famiglia carismatica provenienti da varie parti d’Italia, persone che hanno accolto dai mezzi di informazione l’invito al pellegrinaggio “Dalle sorgenti alla sorgente”, amiche e amici che si sono uniti alla preghiera in chiesa, tutti hanno potuto gustare il senso di comunità che nasce dal dono del battesimo. E hanno accolto il significato profondo del continuare a chiedere al Signore, come fece la donna samaritana, di poter bere dell’acqua che non si estingue, di poter condividere la fede che abbraccia con speranza il futuro dell’umanità anche nelle tempeste della vita e di una storia che sembra impazzire nelle divisioni e nelle tante guerre che danno vita ad una “terza guerra mondiale a pezzi”.

Nella sorgente di vita buona che è il ricordo del battesimo sono convogliate le innumerevoli immagini dell’acqua che in questa giornata hanno riempito lo sguardo e i cuori: l’acqua gorgogliante delle risorgive di Bressanvido, l’acqua corrente delle rogge, l’acqua splendente dei fontanili, l’acqua tranquilla del Tesina e l’acqua battente della… pioggia! Eh sì, il pellegrinaggio del gruppo di sessanta persone arrivate a Bressanvido per iniziare il cammino a piedi è stato subito “benedetto” dalla pioggia, compagna di viaggio non proprio benvoluta ma accolta nell’ineluttabilità del non avere potere decisionale sul tempo atmosferico! Ma grazie all’ospitalità del comune di Bressanvido nella persona dell’assessore Alessandro Scuccato, questa prima parte del pellegrinaggio si è svolta all’asciutto nella sala consigliare del comune, accogliendo il saluto della superiora generale sr Maria Luisa Bertuzzo che ha sottolineato: “Mi piace pensare che non c’è una comunità civile e una religiosa, ma una comunità umana che vive un territorio con le sue tradizioni, la sua organizzazione e la sua fede. Grazie per averci dato la possibilità di celebrare questo giubileo insieme a voi”.

L’interessante intervento dell’assessore Scuccato ha permesso al gruppo di conoscere la storia del territorio di Bressanvido, da sempre irrorato dalla presenza delle acque sorgive che ne hanno determinato le attività agricole e zootecniche, tanto da diventare il comune della transumanza, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità.

Come non ricordare che madre Giovanna nacque nella transumanza delle greggi di famiglia durante il ritorno verso Enego? Con il comune di Bressanvido la nostra congregazione orsolina ha collaborato per la mappatura del cammino che i pellegrini hanno sperimentato per la prima volta nel tratto dell’antica via di pellegrinaggio Romea Strata denominato proprio “Transumanza Saliso”, nel territorio di questo comune arricchito da un altro progetto europeo che porta in sé un significato generativo, “Life risorgive” – “Vita risorgive”. Le acque che sono scese dal cielo hanno cessato di arrivare sulla testa dei pellegrini, e il cammino è iniziato proprio dalle acque che sgorgano dal terreno e accompagnano la vita rigogliosa di questi luoghi, rivalutati e impreziositi grazie al progetto “Life” con boschetti didattici, bacheche illustrative, nuovi ponti di attraversamento, percorsi con stupore dai pellegrini che si sono lasciati coinvolgere anche dai significati spirituali dello scorrere della vita, degli attraversamenti possibili, del silenzio per ricordare e pregare. Sr. Lucia Antonioli, postulatrice della causa di beatificazione di madre Giovanna, ha comunicato con grande maestria e sensibilità alcuni aspetti della spiritualità della fondatrice che si collegavano con l’ambiente circostante, significativi per tutti i pellegrini, facendo parlare Giovanna in prima persona: “La preghiera andava innaffiando la mia vita… mi aiutava ad ascoltare il fiume che scorreva dentro me. La preghiera divenne il ponte che cominciai a percorrere ogni giorno per far passare la mia vita in Dio e Dio in me, nel mio lavoro, nelle mie relazioni, nella mia realtà”.

Un ponte di preghiera che a Poianella, lungo la Roggia Tergola, è diventato verticale, a collegare cielo e terra, chiedendo l’intercessione di madre Giovanna per chi fatica a creare ponti con altre persone: tenendo una mano sulla spalla della persona che avevano accanto, i pellegrini hanno silenziosamente invocato questo spirito di fraternità e sorellanza facendo diventare i loro corpi dei ponti di trasmissione del bene che viene dal cielo.

Anche la vegetazione e la flora sembravano partecipare al pellegrinaggio: sempre alimentate dalla splendida d’acqua di risorgiva, le gallinelle d’acqua si rincorrevano, i martin pescatore, l’usignolo, l’upupa facevano sentire i loro canti armonici, i platani rinfrescavano con l’ombra un cammino che a tratti era sotto il sole, la robinia profumava l’aria e persino i roditori d’acqua sfrecciavano, quasi a salutare i pellegrini in un’armonia naturale tra esseri viventi!

Cammina, cammina, chi ancora sulle strade sterrate delle risorgive e chi sull’argine del Tesina, si è arrivati tutti alla chiesa di Bolzano Vicentino, con piedi stanchi ma con sguardo felice, ad accogliere il saluto dell’assessore alla cultura del comune di Bolzano Marta Rizzetto, di don Vicenzo Faresin e della preghiera che tutti ha animato, nell’incrocio di quella dimensione orizzontale e verticale che è espressa dal segno di croce che caratterizza la nostra fede.

“Con la vita di fede – ha detto sr. Maria Luisa – rispondiamo alla nostra vocazione battesimale nella vita matrimoniale, nella vita consacrata o nella modalità specifica che ci appartiene, a servizio del vangelo della gioia. Con il segno di croce professiamo di credere nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo” che, direbbe Giovanna, “ci conduce per vie che mai avremmo immaginato”.

I piedi di tanti pellegrini e pellegrine, sempre alla ricerca dei segni della presenza di Dio nella vita, tracciano strade nei tanti sentieri, situazioni, relazioni, eventi della storia, che siamo chiamati a percorrere con la speranza fiduciosa che l’acqua viva sempre sgorgherà.

sr Federica Cacciavillani