La presenza pastorale delle prime sorelle

01
Ott

Le attività e le scelte delle comunità orsoline delle origini

“Tu devi consumarti d’amore per me, tu devi adoperarti per la mia gloria”: la solenne chiamata divina che Giovanna Meneghini percepisce interiormente, le chiede di amare spendendosi per la gloria di Dio. Le sorelle della prima Comunità ripeteranno spesso: “tutto quello che facciamo sia fatto solo per dar gloria a Dio”. Dà gloria a Dio che gli uomini, riconoscendosi figli amati, siano salvati dal male che li insidia. Il cuore di Giovanna, già consacrato al Signore, si dilata nel desiderio di “abbracciare tutto il mondo”, perché ciascuno sia raggiunto dall’amore di Dio.

Questo anelito di salvezza universale si traduce in relazioni di ascolto, vicinanza, benevolenza, aiuto. L’attitudine relazionale di Giovanna matura nel contesto parrocchiale, dove lei diventa per altre giovani un punto di riferimento: a ventidue anni viene eletta responsabile del piccolo gruppo di Orsoline secolari appena costituitosi a Breganze.

L’appartenenza ecclesiale caratterizza le suore della prima comunità, che partecipavano con dedizione alla vita e all’impegno apostolico della parrocchia. Quando nel 1923 riescono ad allargarsi in un edificio attiguo, iniziano subito ad ospitare un corso per le catechiste e per altre giovani, un “ricreatorio festivo” (oggi diremmo “oratorio”) per le ragazze, il circolo dell’Azione Cattolica femminile, il catechismo in preparazione ai sacramenti; accolgono anche volentieri, da varie parrocchie, gruppi che vengono per una giornata di ritiro e di fraternità. Le Orsoline si prendono cura in particolare della formazione femminile, portando avanti con passione quell’attenzione apostolica tanto cara a Madre Giovanna.

L’intraprendente comunità Orsolina, pur non essendo ancora riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, si fa apprezzare, e diversi parroci richiedono la presenza delle suore nei rispettivi paesi. L’attività pastorale di quegli anni è molto travagliata: subisce opposizioni politiche e ideologiche. Il fascismo, che si stava affermando, considerava una minaccia l’educazione dei giovani ai valori cristiani, alla libertà, alla rettitudine, alla solidarietà. Il Concordato del 1929 sembra tutelare le attività ecclesiali, ma nel maggio 1931 Mussolini vieta tutti i gruppi cattolici di giovani e studenti, salvo poi riammetterli in settembre, purché si occupino solo di cose spirituali (come se esistesse una vita spirituale disincarnata).

In ogni gesto di carità le Orsoline vedono un’occasione per crescere nell’amore di Dio e trasmetterlo agli altri; prendono a cuore diverse situazioni che necessitano di comprensione e sostegno. La povertà penalizza singoli e famiglie. Giovanna e le sorelle sanno cosa significhi essere in ristrettezze, subire umiliazioni, dover accettare pesanti condizioni per mantenersi; ascoltano le fatiche e le sofferenze di tante persone, soprattutto donne del popolo, che subiscono emarginazione e ingiustizia.

Giovanna si preoccupava per le giovani, particolarmente esposte allo sfruttamento, all’inganno, all’abuso. Lei stessa aveva sperimentato come una buona realtà lavorativa poteva costituire “non solo vantaggio per il corpo, ma – quello che più importa – per l’anima”. L’impegno di aprire una scuola di lavoro (ricamo e cucito) per bambine, come opportunità di educazione ed emancipazione dalla miseria, sarà costante in Giovanna e nella prima comunità, anche se incontreranno ostacoli di ogni genere, e l’ostilità di chi poteva trarre profitto dall’assoggettare ragazze povere.

Alle giovani lavoratrici e operaie, inoltre, le suore offrivano un sostegno e una formazione spirituale, organizzando specifiche iniziative (conferenze, momenti di preghiera, ritiri) molto apprezzate.

Tra le creature più fragili ed esposte a una vita infelice, c’erano le bambine orfane o in situazione di abbandono, prive di tutele sociali. La prima comunità, nonostante la scarsità di mezzi, ne accolse diverse, prendendosene cura con amore. Qualcuna, divenuta grande, decise di donare la propria vita al Signore e fu accolta tra le Suore. Alcune giovani non potevano consacrarsi perché troppo povere; Giovanna sentiva di doverle aiutare. Le Orsoline si impegnavano a seguire e sostenere le vocazioni religiose femminili, anche quelle chiamate a entrare in altri Istituti.

L’accoglienza in pensionato di donne sole, l’assistenza ai malati, l’educazione dei bambini nella scuola e nel catechismo, la formazione religiosa e morale di giovani e adulti, l’accompagnamento nella crescita spirituale, la diffusione del Vangelo e di altri buoni testi… allora come oggi, tutto ciò che è ispirato dall’amore paterno e materno di Dio manifesta la sua bontà infinita, l’offerta di Cristo all’umanità e l’azione della Divina Provvidenza. Il nostro agire sia sempre esperienza e annuncio della salvezza che viene da Dio!

sr. Maria Coccia

Leave a Comment