Le panchine della cura

10
Lug

La comunità di Zandobbio ha conosciuto due delle suore in servizio a Lampedusa

La comunità “Mater Misericordiae” Zandobbio (Bg) ha aperto le porte allargando il cuore a un’esperienza unica e significativa dal 22 al 29 marzo 2025. Qualche mese prima Giorgio, referente dell’Associazione Ecummè formata dai volontari delle parrocchie limitrofe che opera nella sensibilizzazione al dialogo fra religioni e culture diverse, ha interpellato la comunità per chiedere la disponibilità ad accogliere una suora che lavora nell’isola di Lampedusa, luogo tragicamente noto per i numerosi sbarchi di migranti provenienti dal continente africano. In questa realtà operano quattro-cinque suore appartenenti a famiglie religiose differenti. Queste suore sono lì per volere di papa Francesco, che nel luglio 2013 in un “pellegrinaggio” a Lampedusa ha notato la mancanza della presenza di religiose.

In seguito a questo viaggio è giunta alla UISG (Unione Internazionale Superiore Maggiori) la richiesta di considerare l’osservazione del pontefice e, se possibile, di estenderla alle madri generali di tutte le famiglie religiose internazionali. Papa Francesco chiedeva infatti la presenza di una comunità intercongregazionale proprio a Lampedusa per un’accoglienza fraterna, segno di vicinanza verso le persone migranti.

Due di queste suore sono state ospiti della comunità orsolina in terra bergamasca: sr. Antonietta Papa, della congregazione Figlie di Maria Missionaria, responsabile del Progetto dell’UISG “Immigranti in Sicilia”, e sr. Angela Cimino, delle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori di Vicenza.

La conoscenza ravvicinata durante la permanenza bergamasca ha permesso a tutti di comprendere che la loro presenza a Lampedusa consiste nell’essere “ponte” tra la popolazione locale e i migranti, attraverso la conoscenza, la presenza, la testimonianza e la sensibilizzazione.

Il legame con le suore di Lampedusa è una panchina. Non una panchina qualsiasi, ma una panchina chiamata “la panchina della cura”. I volontari dell’Associazione Ecummè hanno presentato il loro progetto nella parrocchia di Zandobbio. I ragazzi del centro ricreativo estivo hanno decorato ed abbellito la panchina, tenendo presenti le indicazioni ricevute. Terminato il lavoro, questa panchina e quelle di altre parrocchie sono state imballate perché i volontari dell’Ecummè potessero portarle a Lampedusa. Lì sono state installate sul molo Favaloro. Su quelle panchine ora siedono e siederanno fratelli e sorelle immigrati che vi giungono dopo aver trascorso giorni e giorni in mare… arrivando infreddoliti, bagnati e sfiniti. Le panchine sostituiscono vecchie sedie arrugginite e vogliono essere un segno di accoglienza e bellezza.

Anche nell’oratorio di Zandobbio è stata collocata una panchina uguale a quella inviata sull’isola, come segno di gemellaggio e anche per ricordare continuamente quelle vite segnate da tanta precarietà.

Sr. Angela e sr. Antonietta sono state in terra bergamasca per ringraziare della realizzazione del progetto, ma anche per approfondire e sensibilizzare ancora sul tema dell’immigrazione. Sr. Angela è stata ospite nella comunità orsolina. Per lei e per le sorelle di Zandobbio è stata una settimana speciale, durante la quale sono state raccontate speranze, fatiche, sofferenze e dolori attraversate in questo servizio a Lampedusa. Ascoltare esperienze, lutti così come accompagnare le madri che perdono i loro figli sono situazioni tragiche, che fanno toccare tutta l’impotenza di situazioni disumane. La presenza di una comunità di suore nell’isola è soprattutto un’attenzione rispettosa verso chi arriva, un’attenzione fatta di sguardi e sorrisi, magari provando a rispondere a qualche immediato bisogno.

Per sr. Angela e sr. Antonietta è stata una settimana scandita da incontri con scuole, gruppi giovanili parrocchiali, incontri con autorità civili e politiche di Bergamo. Hanno incontrato il vescovo Beschi che ha dimostrato interesse e attenzione, oltre a incoraggiarle a proseguire nella loro delicata missione.

La settimana è trascorsa in fretta, ma restano nel cuore le testimonianze di queste sorelle insieme alla promessa di ricordarle nella preghiera con i fratelli e le sorelle immigrati. Per questi ultimi la speranza è che possano trovare persone pronte ad accoglierli per ridare vita e dignità. Gli incontri di questa settimana non possono lasciare indifferenti e anzi rinnovano l’impegno per fare la propria parte, dove si è e per quanto si può, ma sempre nell’orizzonte di costruire la pace.

comunità Mater Misericordiae