Qualche spunto sui pellegrinaggi, giubilari e non, a partire dal libro di suor Elisa Panato dedicato ad Angela Merici e Maria di Magdala
Abbiamo chiesto a suor Elisa Panato, presidente di Presenza Donna e autrice de “Le audaci del Vangelo. Maria di Magdala e Angela Merici”, di raccontarci qualcosa dei pellegrinaggi compiuti dalla fondatrice orsolina.
Perché sant’Angela sente l’esigenza di compiere dei pellegrinaggi?
Dopo aver ricevuto la particolare missione di fondare una nuova «Compagnia di vergini», Angela si considera “insufficientis-sima ed inutilissima serva” di Gesù Cristo, bisognosa di purificazione interiore. Una pratica ricorrente, per vivere un forte periodo penitenziale, è quella del pellegrinaggio. Per questo Angela vive diversi pellegrinaggi, dove arriva a mettere a rischio la sua stessa vita, ma con cui alimenta una sempre più forte e intima unione con Cristo.
Quali sono stati i pellegrinaggi più significativi da lei compiuti?
Ne ricordiamo due: in Terra Santa e a Roma. Poco più che quarantenne, nel 1524, Angela si reca in Terra Santa. Partiti da Venezia arrivano a Candia per una prima sosta. Qui accade un fatto straordinario: Angela diventa cieca e riacquista la vista solo al ritorno, nella stessa città. La sofferenza causata dalla cecità non la blocca, anzi Angela sembra animata da un singolare sguardo interiore. Nei luoghi Santi, in particolare a Gerusalemme, Angela si ritira a pregare e versa molte lacrime di devozione. Il pellegrinaggio vive un altro drammatico episodio: nel viaggio di rientro, a causa della tempesta, delle tre imbarcazioni si salva solo quella dove si trova Angela. Ben presto tra i passeggeri si diffonde la voce che il salvataggio è «in virtù delle di lei orazioni». Nonostante le prove affrontate, l’anno dopo, il 1525 anno giubilare, Angela si reca a Roma. Dopo aver lucrato le tradizionali indulgenze e venerato le reliquie dei Santi e dei martiri, Angela rende omaggio al pontefice. Durante il colloquio Clemente VII le chiede di fermarsi a Roma, invito che la Santa declina per tornare a Brescia. È qui infatti che Angela, nel 1535, dà avvio alla “Compagnia di sant’Orsola”.
Perché il pellegrinaggio di Angela può essere paragonato al discepolato di Maria di Magdala?
Camminare nella diaconia alla sequela di Cristo, e annunciare il Vangelo con audacia è ciò che accomuna le due donne nella dimensione pellegrinante.
Ad ogni passo Maria di Magdala “segue e serve” Gesù, fin sotto la croce. Riconosce il Risorto, e per prima viene inviata ad annunciare la gioia della “Lieta notizia”.
Ad ogni passo Angela vive una contrizione interiore, facendo esperienza della misericordia di Cristo. Profondamente unita a Lui, e alla chiesa, ne annuncia il messaggio invitando le sue “figlioline” a “tenere l’antica strada… e fare vita nuova”!
a cura del CDS