Santa Brigida simbolo di unità
Santa Brigida, nata nel 1303 a Finsta, nella regione svedese di Uppland, è stata sposa, madre di otto figli, vedova, pellegrina, fondatrice, mistica e profetessa. “Indicandola come compatrona d’Europa – ha scritto Giovanni Paolo II nel 1999 – intendo far sì che la sentano vicina non soltanto coloro che hanno ricevuto la vocazione ad una vita di speciale consacrazione, ma anche coloro che sono chiamati alle ordinarie occupazioni della vita laicale nel mondo e soprattutto all’alta ed impegnativa vocazione di formare una famiglia cristiana”. Ricordandone i tratti biografici, suor Maria Concetta Guidi ha spiegato che Santa Brigida “non è rimasta indifferente alle sofferenze delle nazioni europee”. Santa Brigida, ha aggiunto la religiosa, continua ad essere un simbolo “dell’unità e della cattolicità della Chiesa”.
Santa Caterina da Siena
La seconda figura ricordata durante il convegno è stata quella di Santa Caterina, nata a Siena nel 1347. Una donna straordinaria che si è impegnata, come ha ricordato anche Giovanni Paolo II, “per la soluzione dei molteplici conflitti che laceravano la società del suo tempo”: “ai re ricordava che non potevano governare come se il regno fosse loro proprietà: consapevoli di dover rendere conto a Dio della gestione del potere, essi dovevano piuttosto assumere il compito di mantenervi la santa e vera giustizia, facendosi padri dei poveri”. La professoressa Giulia Lombardi, della Pontificia Università Urbaniana, ha sottolineato che l’insegnamento di Santa Caterina era universale e per questo da dottore della Chiesa. Padre Alfredo Scarciglia ha ricordato quanto detto da Papa Paolo VI nell’omelia del 3 ottobre 1970 in occasione della proclamazione di Santa Caterina da Siena dottore della Chiesa: “ciò che più colpisce nella Santa è la sapienza infusa, cioè la lucida, profonda ed inebriante assimilazione delle verità divine e dei misteri della fede, contenuti nei Libri Sacri dell’Antico e del Nuovo Testamento: una assimilazione, favorita, sì, da doti naturali singolarissime, ma evidentemente prodigiosa, dovuta ad un carisma di sapienza dello Spirito Santo, un carisma mistico”. Santa Caterina, ha aggiunto padre Scarciglia, è stata una vera “ambasciatrice di pace”: ha testimoniato che alla pace si può sempre arrivare attraverso il dialogo.
Edith Stein, instancabile ricercatrice della verità
Dal Medioevo si è poi passati all’età contemporanea ricordando la testimonianza di Santa Teresa Benedetta della Croce. “Con Edith Stein siamo in tutt’altro ambiente storico-culturale. Ella ci porta – scrive San Giovanni Paolo II nella lettera “Spes Aedificandi” – nel vivo di questo nostro secolo tormentato, additando le speranze che esso ha acceso, ma anche le contraddizioni e i fallimenti che lo hanno segnato”. Morta martire nel campo di concentramento di Auschwitz, santa Teresa Benedetta della Croce – ha ricordato la professoressa Miriam Ramos – è stata una “instancabile cercatrice della verità”. Il professor Shahid Mobeen ha affermato inoltre che Edith Stein è una figura significativa per cogliere gli elementi essenziali finalizzati ad una formazione umana integrale.
Tre donne forti
Il segretario generale della Comece don Manuel Barrios Prieto ha sottolineato che Santa Brigida di Svezia, Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta Della Croce erano “tre donne forti”: la loro ispirazione veniva dalla “profonda unione con il Signore”. In un tempo in cui l’Europa in parte ha voltato alle spalle a Dio, relegando il Signore in uno spazio in cui prevalgono agnosticismo e relativismo morale, queste donne con i loro insegnamenti – ha aggiunto don Manuel Barrios Prieto – ci dicono che se il nostro Continente non si apre alla dimensione del trascendente, “corre il rischio di perdere la propria identità”. Maria Rosario Sáez Yuguero, rettore dell’Università diu Avila, ha letto infine il messaggio di Papa Francesco rivolto ai partecipanti del convegno.