Questo è il titolo del convegno a cui noi volontari che operiamo a Villa Savardo abbiamo partecipato sabato 22 ottobre, organizzato dalla Fondazione “Candida Stefani e Fratelli” Onlus e tenutosi presso il Cinema Teatro “Famiglia” a Noventa Vicentina. Amare gli altri come amiamo noi stessi è il concetto chiave che ha rappresentato il filo conduttore del discorso tenuto da Padre Luciano Sandrin, il quale ha iniziato offrendoci l’immagine del pendolo come continua oscillazione tra sé e gli altri, tra distanza e vicinanza, nel senso che nelle relazioni d’aiuto è fondamentale saper bilanciare l’attenzione agli altri, e quindi la cura degli altri, con l’attenzione a sé, e quindi la cura di sé. E’ importante, infatti, aver cura di sé per poter aver cura degli altri, e ciò implica anche capire e lavorare sulle motivazioni personali che spingono ad aiutare l’altro al fine di migliorare le relazioni d’aiuto e prevenire, conseguentemente, il burnout.
Con il termine burnout si intende il bruciarsi, ovvero lo stress lavorativo che colpisce in particolar modo le professioni d’aiuto, in cui i rapporti interpersonali hanno alcune peculiarità: sono frequenti, coinvolgenti ed emotivamente intensi. La psicologa Christina Maslach ha definito il burnout come una sindrome caratterizzata da 3 aspetti principali: l’esaurimento emotivo, la spersonalizzazione dei rapporti e la non realizzazione/senso di fallimento.